Lina Rigo e Andrea Ferratini sono agricoltori, anche se di origini cittadine. Custodi del territorio. Un territorio montano, povero di cui ne accettano la produttività nel rispetto della tipicità del terreno senza arrivare allo sfruttamento dello stesso. CascinaBandiera l’hanno trovata quasi trent’anni fa. L’hanno curata, riqualificata e orientata ad una agricoltura non intensiva, compatibile con il luogo: isolato, di difficile accesso, ma ricco di attrattiva e con un particolare magnetismo. Il loro caratteristico interesse per la ricerca e la sperimentazione ha favorito e permesso di diversificare le coltivazioni con semine appropriate in consociazione, protette da alte siepi arboree di essenze locali, nelle quali nidificano e vivono diverse varietà di predatori. La biodiversità permette di avere un habitat vario, contribuisce alla fertilità del terreno e alla difesa naturale, creando barriere protettive alle infestazioni e porta a superare il problema delle coltivazioni pluriennali e perenni. Coltivano uva da vino, ma anche mele di antiche varietà, nocciole, piante officinali, orticole, fragole profumate di Tortona. Vinificano e imbottigliamo solamente le uve di loro produzione. L’inerbimento del vigneto con semine nelle interfile protegge dall’erosione in terreni scoscesi e la concimazione verde aumenta la fertilità del terreno; le poche e superficiali lavorazioni del suolo vanno a preservare la vita microbica del terreno sottostante. Il limitatissimo uso di rame e zolfo, senza l’uso di fitofarmaci di sintesi, e l’impiego di “collaboranti” naturali preservano dai problemi di inquinamento del terreno e delle falde. La raccolta manuale permette una cernita delle uve anche in annate difficoltose. L’utilizzo dei lieviti indigeni è indispensabile per una vinificazione naturale che esprime in modo esplicito e sincero le caratteristiche di un terroir. La corposità e la concentrazione sono due elementi di longevità. Si può fare in vigna grazie ad una potatura che dia, in media, 25-30 q/ha. “Se l’uomo interviene poco, permette al terroir di esprimersi….il vino si prenderà tutto il tempo necessario per maturare sulle sue fecce fini. Verrà travasato solo prima dell’imbottigliamento, naturalmente tenendo conto delle condizioni atmosferiche e della luna, senza chiarifiche né filtrazioni”. Le coltivazioni sono certificate da Codex da quando sono arrivati, affascinati da un luogo nel quale l’opera dell’uomo deve inserirsi e assecondare l’ambiente senza volerlo modificare e stravolgere.
Cascina Bandiera condivide il progetto di Evoluzione Naturale
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Cascina Bandiera
Località Cascina Bandiera
15056 San Sebastiano Curone (AL)
Tel.: +39 0131 786650 / 02 654787 / 349 3587754
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Con ancora in mente i ricordi di un'infanzia passata insieme ai nonni e a tutta la famiglia a vendemmiare l'uva, Fulvio Cautiero e Mimma Cropano seguono in prima persona i loro vigneti, sporcandosi le mani in vigna e lavorando assiduamente in cantina, da veri vignaioli appassionati del loro mestiere. Le uve vengono raccolte interamente a mano e trasportate immediatamente nella vicinissima cantina, interamente scavata nella roccia e rivestita di tufo. L’azienda agricola Cautiero si trova nell'entroterra della Campania, sul versante ovest del monte Taburno, dove la viticoltura si fa spazio tra olivi, pascoli, ciliegi e boschi. Nel 2002 hanno iniziato la coltivazione dei loro terreni con il metodo biologico (rame, zolfo, lotta microbiologica e sovescio con lavorazione del terreno al minimo). Nel 2010 nella loro cantina, finalmente, vedono la luce i primi vini che avevano in mente. Migliorando la tecnica del nonno, iniziano a produrre un vino capace di esprimere l’annata ed il territorio di provenienza. Un vino ottenuto da fermentazione spontanea, con poca solforosa, senza chiarifiche e stabilizzazioni, con filtrazioni sgrossanti all’imbottigliamento. Nei 4 ettari di vigna aziendali le uve coltivate sono le tipiche campane: Fiano, Falanghina, Greco, Piedirosso e Aglianico.
Cautiero condivide il progetto di Evoluzione Naturale
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Cautiero
C.da Arbusti
82030 Frasso Telesino (BN)
Tel.: +39 338 7640641
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Web: www.cautiero.it
Questa è la storia di un altro ritorno nella propria terra. E’ la storia di Vito Dicecca. Nato ad Altamura in una famiglia di casari, se ne va dalla Puglia alla volta dell’Australia, per poi volare negli States. Ma la passione per i formaggi non l’ha mai abbandonato. Dopo tre anni di Australia, di surf e di consulenze vola in California e conosce un francese, Matthew, reduce da 30 anni in un caseificio dedicato al roquefort.“È stato un incontro dettato dal destino, gli erborinati li amo da sempre sebbene il business core dell’azienda di famiglia fossero i formaggi a pasta filata”. L’esperienza all’estero, che continua tuttora con molteplici consulenze, ha dato un grande contribuito alla sua azienda, oggi gestita insieme ai fratelli Paolo, Angelo, Vittoria e Maristella. I Dicecca legano le tradizioni di famiglia e le ricette tramandate dal nonno Angelantonio, che nel 1930 fondò il caseificio, all’innovazione e agli erborinati. Tornato in Italia, infatti, Vito ha iniziato a produrre questo tipo di formaggi nonostante la titubanza dei familiari. Intuizione, la sua, confermata da ordini importanti che sono subito arrivati. Il latte dei suoi formaggi è quello delle vacche che pascolano nel Parco nazionale dell’AltaMurgia e le muffe utilizzate si sono evolute nel tempo. Poi ci sono altri formaggi interessanti e non mancano, ovviamente, anche i formaggi a pastafilata, tra cui i Nodi d’amore: “Una mozzarella naturale, realizzata con latte locale, fermentilattici e caglio, a bassissimo contenuto di lattosio: 0,5% mg. di lattosio su 100 grammi di prodotto” a fronte del 4,5/5% dei latticini che si trovano abitualmente sul mercato con la dicitura “a ridotto contenuto di lattosio”. Tutti prodotti che Vito fa conoscere in giro per il mondo, andando di persona in Africa, Indonesia, Messico, Brasile o Colombia, collezionando timbri nel passaporto ma anche esperienze, conoscenze e prodotti che si porta in Puglia per arricchire i suoi formaggi.
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CaseificioDicecca
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